Oggi presso l’Ufficio Protocollo del Comune è stata depositata la Petizione “In difesa del Lungomare di Catania” sottoscritta da trentatré Associazioni catanesi e da più di cinquecento cittadini. Con il documento si chiede che il project financing che ha per oggetto la realizzazione di una vasta area commerciale sul Lungomare di Catania, venga sottoposto al controllo democratico del Consiglio comunale. Sotto accusa il progetto denominato “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo”, elaborato originariamente per completare il Viale Alcide De Gasperi e chiudere al traffico il Lungomare di Viale Ruggero di Lauria per ragioni di sicurezza in caso di terremoto e per una valorizzazione turistica e ambientale del territorio. In realtà il progetto, denunciano le Associazioni, “si è successivamente trasformato in un inaccettabile project financing che, riducendo l’area che vorremmo destinata alla pedonalizzazione, sostituirà l’attuale assetto del Lungomare di Ognina con una vasta area commerciale in concessione per 38 anni ad un gruppo imprenditoriale.”
Con la realizzazione dell’area commerciale, sostengono, il Viale De Gasperi, perderebbe le sue finalità a servizio della sicurezza in caso di terremoto e aumenterebbe il numero di persone che, in caso di pericolo, dovrebbero lasciare l’area. Inoltre c’è il rischio che in una zona già fortemente intasata dalle auto, il traffico si intensifichi ulteriormente, riducendo la vivibilità del quartiere. L’identità del Borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti poi, secondo i promotori della petizione, verrebbe completamente snaturata e il Lungomare, invece di diventare itinerario pedonale per il tempo libero, si trasformerebbe in un’area caotica a servizio delle attività commerciali. La polarizzazione delle attività commerciali verso il lungomare a discapito delle attività commerciali della zona, infine, continuano le Associazioni, “è giudicata inaccettabile in un contesto, quale l’Hinterland catanese, caratterizzato da un’ipertrofia di centri commerciali, e lo è maggior ragione in un periodo, quale quello attuale, contraddistinto da una grave congiuntura economica”.