La deputata interviene sull’emissione di nuovi avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta, rivelata in anteprima dal quotidiano La Sicilia.
“La notizia rivelata in anteprima dal quotidiano La Sicilia non fa altro che confermare la fondatezza e la validità delle denunce che ho fatto in merito al concorso vinto da Orazio Licandro nell’ateneo catanese, per un importo di 120mila euro annui. Un grazie alla magistratura che è andata avanti in un certosino lavoro di verifica sui concorsi dell’ateneo scoperchiando un pentolone maleodorante di malaffare e favoritismi”.
Lo ha dichiarato la deputata del Movimento Cinque Stelle Simona Suriano in merito alla recente notizia dell’emissione di nuovi avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta “Università Bandita” che coinvolgono anche l’ex sindaco Bianco e Orazio Licandro.
“Sul caso del concorso vinto da Licandro avevo già informato l’Anac attraverso una segnalazione: era palesemente inverosimile che in un corso di studi in Filologia Classica venisse inserito un insegnamento di Diritto Romano per 120mila euro annui. Insegnamento che, nonostante tutto, poteva essere coperto da altri docenti già di ruolo nell’ateneo ma si preferì bandire il posto e oggi capiamo il perché. Ho anche presentato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale. Adesso, alla luce dei risvolti giudiziari, è chiaro che il bando vinto dal professore Licandro sia da annullare”, ha aggiunto Suriano.
“Proprio ieri – conclude l’esponente del Movimento – ho incontrato, con gli altri deputati etnei, il premier Conte e abbiamo condiviso la necessità dell’invio degli ispettori ministeriali per fare chiarezza dentro l’ateneo. Appare quantomeno strana la fretta con cui sono state indette le elezioni per il nuovo rettore: siamo nel pieno di un ciclone e serve oculatezza e riflessione. Un colpo di spugna non può cancellare un sistema che risulta marcio”.