Amt: fumata nera in Prefettura. Sciopero il 5 luglio
L’incontro sulla vertenza Amt non ha dato l’esito sperato e i sindacati autonomi hanno confermato la protesta.
Troppe le questioni irrisolte sull’Amt secondo i sindacati Faisa/Cisal e Fast/Confsal che oggi hanno tenuto un incontro in Prefettura per provare, fino all’ultimo, a vedere se esistessero le possibilità di una conciliazione.
Ma i tanti nodi sul tappeto e l’assenza del Socio Unico hanno spinto i sindacati a confermare lo sciopero annunciato già nel corso della protesta dello scorso 20 maggio e proclamato per il prossimo 05 luglio 2016.
Nel corso della giornata, in cui il timore è il blocco totale dei mezzi saranno effettuati sit – in e cortei di protesta.
È “Una situazione insostenibile e paradossale, scrivono Aldo Moschella, Faisa cisal e Giovanni Lo Schiavo, Fast Confsal, venutasi a creare a scapito dei lavoratori dell’Amt che vedono lesi i propri diritti a fronte di un’illegittima e quanto mai arbitraria applicazione dell’ultimo CCNL, costretti peraltro a subire le ire dei cittadini che non possono utilizzare in maniera ottimale il mezzo di trasporto pubblico urbano”.
E la nota prosegue spiegando come gli autisti svolgano la propria attività lavorativa “in un contesto fuori dal comune, in termini di efficienza e numero di vetture messe in esercizio, e i controllori dei titoli di viaggio, abbiano a che fare con un’utenza esasperata che scarica le proprie tensioni su di loro (vedi da ultimo, la tentata aggressione avvenuta ieri su una linea del Brt)”.
A fronte di una montagna di debiti accumulati nell’arco degli anni, dicono i sindacati autonomi, nessuna programmazione seria ci è data conoscere, dove il Socio Unico non prende posizione alcuna e i vertici aziendali, come se nulla fosse, rimangono inermi a vedere concretizzarsi il prefallimento Societario.
L’Amt/S.p.A., ricordano ancora Moschella e Lo Schoavo, rispetto ad altre realtà simili sul territorio regionale e nazionale, “è considerata la “cenerentola”, con l’aggravante che nel 2012, ha subito un doppio taglio chilometrico, e con esso, una decurtazione significativa di trasferimenti economici che hanno portato la partecipata del Comune di Catania, nelle condizioni di non poter garantire il minimo dei servizi essenziali ai cittadini”.
“Non a caso, concludono, dicevamo che nel Consiglio Comunale straordinario di giorno 9 u.s., dedicato alla grave crisi di liquidità in cui versa l’Amt, abbiamo assistito ad un pantomima dei partecipanti, e a una rappresentazione plastica da parte di quanti, da un verso hanno chiesto invano le dimissioni del presidente Lungaro e del management aziendale, e dall’altro, lo stesso presidente che, a tutti i costi ed in maniera raffazzonata e incomprensibile, ha cercato di difendere le proprie iniziative assunte durante il periodo dell’attuale gestione”.