di Christian Chiovetta
D’Alema a Cetona per “Confronto italiano”, ovvero: come governare dopo Monti, ma senza dannarsi troppo l’anima.
Se fosse stato soltanto un po’ di tempo addietro, se si fossero ascoltati quei suoi eloqui dal tono concentrico provenire direttamente dall’altare di una chiesa, beh, in quel caso, qualche compagno di vecchia data, di quelli che gli hanno visto scalare nell’arco dell’ultimo ventennio le posizioni all’interno del partito prima, e delle istituzioni repubblicane poi, avrebbe forse storto il muso. E non certo per un tragico quanto nostalgico simbolismo del sacro luogo in cui è avvenuta la sua orazione. E neppure perché oggi da un ex comunista quale Massimo D’Alema ci si aspettino concetti diversi da quelli espressi nell’ambito della giornata d’apertura dell’ottava edizione di “Confronto Italiano” dal tema “Dopo i tecnici” (Cetona, provincia di Siena, 12-13 ottobre). Ciò che piuttosto farebbe sussultare diversi affezionati del PD è quell’insostenibile leggerezza con la quale D’Alema parla della “crisi democratica” di cui sono affette le nostre istituzioni (il tema è quello della politica/antipolitica) come se negli ultimi venti anni, nell’ordine, non fosse stato: segretario nazionale del proprio partito; presidente del Consiglio; ministro degli Esteri; attuale presidente del Copasir. Eppure, pur non essendo stato esattamente un politico di passaggio, sembra che nulla dell’attuale disastro politico tricolore lo abbia sfiorato; o meglio: che il suo ruolo (e quello del partito, erede del Pci) sia stato soltanto quello di registrare asetticamente gli avvenimenti della politica italiana dell’ultimo ventennio. Smemoratezze o longevità post-comuniste? Primizie da intellettuale di sinistra senza più gli ideali della sinistra? Si, certo, ammette qualche piccola responsabilità del suo partito, qualche peccato veniale; salvo poi ricondurre il tutto all’azione fagocitante esercitata da entità oscure e malvagie: il neoliberismo su scala globale; Berlusconi a livello nazionale. Ma non tutti i mali – allora mi dico – vengono per nuocere, così chiedo, dopo un giro di domande degli altri colleghi presenti: come pensa che influirà sulle prossime elezioni la rinuncia alla candidatura preannunciata da Berlusconi? Risposta: “E’ un romanzo dall’esito incerto che dipende dalle sue prossime mosse, perché è lui che resta il padrone del centrodestra”. Insomma, pare che di Berlusconi non ci si possa liberare (ma chi: gli elettori del Pd, o il Pd stesso?). E il dopo Monti (i tecnici)? Sulla questione nessun dubbio, pur attribuendo all’attuale premier il merito di un’inversione di tendenza sul taglio ai costi della politica: “Sarebbe sciocco e controproducente un’ipotesi di larghe intese, perché il Pd si pone alla testa del cambiamento con un programma di riforme decennale che si porrà quali obiettivi la riduzione della spesa pubblica e il rilancio dell’economia (il buon vecchio, intramontabile, indefinito ai confini del mistico, concetto della botte piena con la moglie ubriaca). Con quale alleanza programmatica, infatti, non è dato sapersi. Sicuramente però con Bersani alla guida del partito, per il quale ribadisce la propria preferenza alle prossime primarie; mentre evita di rincarare la dose di polemica sollevata nei confronti del “rottamatore” Renzi. Stoccate patinate, poi, le riserva ai sostenitori del federalismo, che, concepito a questo modo, “Ha inguaiato ancor di più i cittadini nel confronto impari con la burocrazia, aumentandone pure i costi”. Frecciate anche per i giacobini dell’antipolitica: “Senza i partiti non c’è conflitto, inteso come confronto di idee; perché il politico è una figura necessaria nel ramo specialistico della professione intellettuale …”. E se è pur vero che la storia dei partiti di massa in Italia porta con sé una eredità da custodire e rinnovare di fronte alla complessità delle sfide poste da una società post-globalizzata, resta sempre quella sgradevole sensazione di vuoto di idee che continua a fare capolino tra le fila del PD. Come pure per le due immancabili macchine blu (accompagnate da una scorta dei carabinieri) che portano via, al termine dell’incontro, l’ex presidente comunista…
foto di Elisabetta Gazziero