La Cisl scrive ai sindaci dei 17 Comuni interessati.
Catania, Acireale, Aci Castello, Adrano, Caltagirone, Camporotondo Etneo, Gravina di Catania, Misterbianco, Motta S. A. Paternò, S. Giovanni La Punta, S. Gregorio, S. Pietro Clarenza, S. Agata Li Battiati, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande.
Sono questi i 17 Comuni che possono usufruire dei fondi destinati a quei cittadini che la negativa congiuntura economica ha reso “morosi incolpevoli”, e che sono a rischio di sfratto.
La cifra a disposizione della Sicilia è infatti di 835mila euro per la Sicilia, fino a 8mila euro per inquilino, scrive in una nota la Cisl, che ha scritto ai sindaci dei 17 comuni catanesi interessati, per chiedere a che punto sono le procedure per poter usufruire di tali fondi.
«L’istituto della morosità incolpevole – ricorda Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea – è stato introdotto nell’ordinamento italiano dall’art. 6, comma 5, del Decreto Legge 102/2013, dietro specifica richiesta della Cisl congiunta al Sicet. Il decreto ha istituito un apposito fondo, paria a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, da destinare ai Comuni italiani ad alta tensione abitativa che abbiano avviato, entro la data del 29 ottobre 2013, bandi o altre procedure amministrative per erogare di contributi in favore di inquilini morosi incolpevoli».
Il relativo decreto di attuazione, emanato del ministero delle Infrastrutture di concerto con il ministero dell’Economia, è stato pubblicato il 14 luglio scorso e dunque il sindacato vuole sollecitare i primi cittadini a verificare a che punto sono le procedure necessarie per non perdere questa opportunità.
Le sei specifiche cause di morosità incolpevole che danno accesso ai contributi sono:
1) la perdita di lavoro per licenziamento;
2) accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro;
3) cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti notevolmente la capacità reddituale;
4) mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici;
5) cessazioni di attività libero-professionali o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente;
6) malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare, che abbia comportato o la riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali.
Saranno i Comuni ad adottare le misure necessarie per comunicare alle Prefettura-Uffici territoriali del Governo l’elenco dei soggetti richiedenti che abbiano i requisiti per l’accesso al contributo.
Dovranno verificare che i richiedenti:
a) rispettino i parametri Isee previsti dal decreto;
b) siano titolari di contratti di locazione a uso abitativo regolarmente registrati;
c) siano residenti in un alloggio oggetto di procedure di rilascio da almeno un anno;
d) abbiano cittadinanza italiana o europea, ovvero, nei casi di cittadini non appartenenti all’Unione Europea, siano titolari di un regolare titolo di soggiorno;
e) siano destinatari di atti di intimazione di sfratto per morosità, con citazione per la convalida.
Nella foto Rosaria Rotolo