Sono accusati di estorsione, spaccio di stupefacenti, furti e rapine con l’aggravante del metodo mafioso. Fra gli arrestati c’è un poliziotto.
All’alba di oggi è stato eseguito dalla Polizia di Stato su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, un provvedimento di custodia cautelare per 33 persone , emessa il 23 gennaio dal G.I.P. del Tribunale di Catania.
I soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, come appartenenti al clan Santangelo di Adrano, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, furto, ed altri reati contro il patrimonio, reati in materia di armi, con l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni di intimidazione connesse alla loro appartenenza alla citata associazione di tipo mafioso e per agevolarne le attività illecite.
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All’operazione odierna si è arrivati attraverso indagini, corroborate da osservazioni e pedinamenti sul territorio e dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, coordinate dalla D.D.A di Catania e condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata – di Catania e dal Commissariato di P.S. di Adrano, nell’arco temporale settembre 2014 – settembre 2016.
Si è pertanto riusciti ad individuare e disarticolare l’organigramma dell’associazione mafiosa denominata Santangelo “Taccuni” di Adrano, alleata della famiglia catanese Santapaola – Ercolano , delineandone la piena operatività nel territorio di Adrano.
L’organizzazione mafiosa “Santangelo-Taccuni” , era stata diretta dal boss storico Alfio Santangelo, ed era organizzata sul territorio da Antonino Quaqueci e Nino Crimi, sino al loro arresto avvenuto nell’aprile del 2015, e successivamente da Salvatore Crimi e Gianni Santangelo. Secondo gli inquirenti con l’avversa cosca degli Scalisi , alleata della famiglia catanese Laudani , dopo anni di aperta contrapposizione, si era raggiunta un’intesa per la spartizione dei proventi derivanti dalle attività illecite. In particolare, dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso il controllo del mercato ortofrutticolo locale, condiviso dalle due cosche, con l’imposizione del c.d ”pizzo” agli operatori di settore, nonché quello dell’ingrosso delle carni.
Nel corso delle investigazioni, sono state appurate alcune estorsioni verso aziende ed esercizi commerciali in territorio adranita e la commissione di rapine e furti, anche ai danni di istituti bancari.
A conferma dell’esistenza della condivisione di interessi illeciti tra le due cosche egemoni sul territorio a Antonino Bulla e Antonino La Mela è stata contestata una tentata estorsione in concorso e riunione tra loro e con Maccarrone Pietro e Amoroso Nicola, appartenenti al clan Scalisi, ai danni del titolare di un’impresa di estrazione di materiale lavico, con sede a Adrano, mediante minacce implicite di gravi ritorsioni e esplodendo colpi di arma da fuoco all’indirizzo dei beni aziendali – per costringere la vittima a versare somme di denaro, non riuscendo però nell’intento per l’opposizione della vittima stessa.
Inoltre, a Nicola D’agate e Andrea Palmiotti è stata contestata un’estorsione verso una persona mediante minacce implicite di gravi ritorsioni contro l’incolumità personale costringendola a pagare una cifra complessiva pari a 31.000 di cui 1.00 in contanti e la restante e mediante assegno postale.
All’organizzazione mafiosa e in particolare a Salvatore Crimi, Nicola D’Agate e Alfredo Pinzone, secondo gli investigatori è ascrivibile il tentato furto commesso la notte del 25 dicembre 2015 ai danni della filiale del Banco Popolare Siciliano in via Vittorio Emanuele di Santa Maria di Licodia. Nella circostanza erano stati arrestati in flagranza di reato, Maurizio Pignataro e Nicolò Trovato nonché altri due malviventi, che non sono tra i destinatari della misura cautelare, i quali, dopo avere bloccato le strade di accesso al citato istituto di credito, utilizzando un escavatore, risultato rubato, avevano scardinato dalla parete il bancomat della filiale, tentando di asportare il denaro ammontante a 75.000,00 euro circa. In sede di sopralluogo eseguito dagli investigatori della Mobile e del Commissariato di P.S. di Adrano, unitamente a personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Catania, sono stati sequestrati una Fiat Uno, un Fiat Ducato ed una Fiat Punto, tutti risultati provento di furto ed utilizzati per commettere l’azione criminosa.
Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati acquisiti elementi di responsabilità nei confronti di Nino Crimi, Nicolò Trovato, Francesco Rosano e Maurizio Pignataro, il primo in qualità di mandante e gli altri di esecutori materiali, di una cruenta rapina in abitazione.
I fatti risalgono alla notte del 23 gennaio 2015, quando secondo gli inquirenti Crimi, Rosano e Pignataro, dopo essersi introdotti all’interno dell’abitazione di una donna a Santa Maria di Licodia, avrebbero colpito ripetutamente alla testa il suo convivente con il calcio della pistola. Successivamente, brandendo pistole e coltelli, avrebbero minacciato lesioni nei confronti della donna, della madre e del convivente, costringendoli a farsi indicare il luogo ove era occultata la cassaforte in cui era custodito il denaro, pari a 480.000 euro.
I presidi tecnici, in aggiunta ad attività di tipo tradizionale, inoltre, hanno fatto emergere un vasto traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, marijuana ed hashish , che sarebbe stato promosso dai citati Nino Crimi, Salvatore Crimi e SANTANGELO Gianni Santangelo e gestito, tra gli altri, da BULLA Antonino e si è avuta conferma della circostanza che l’organizzazione Scalisi si riforniva di droga acquistandola dai Santangelo .
Nel corso delle indagini sono stati effettuati arresti in flagranza di reato e sequestri di stupefacenti, dei quali si riportano i più significativi:
In data 12 maggio 2015, è stato tratto in arresto Rosario Galati Massaro, in quanto ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. Ad esito di perquisizione, eseguita all’interno di un garage ubicato ad Adrano (CT) in via Galileo Galilei n.20, in possesso del predetto, sono stati rinvenuti 760 grammi circa di cocaina , in parte già suddivisa in dosi, n.2 panetti di hashish , per un peso complessivo di 215 grammi circa, e 15 grammi circa di marijuana , nonché materiale utile per il confezionamento della sostanza stupefacente e n.9 passamontagna.
In data 15 settembre 2015, personale di questa Squadra Mobile, unitamente a personale del Commissariato P.S. di Adrano (CT), in contrada “Pigno ” in agro di Adrano, ha rinvenuto e sequestrato, a carico di ignoti, in aperta campagna, abilmente occultati sotto un cumulo di pietre, 1,130 Kg. di eroina , suddivisi in due panetti.
In data 5 marzo 2016 è stato tratto in arresto un pregiudicato ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina . Nel corso di un servizio di osservazione, il citato pregiudicato è stato sorpreso mentre, unitamente ad un altro giovane riuscito a dileguarsi, prelevava un involucro contenente sostanza stupefacente del tipo cocaina nascosto in un fondo agricolo, di libero accesso, sito nel territorio di Adrano, contrada “Passo Zingaro ”. Il successivo controllo consentiva di rinvenire e sequestrare, nascosti tra alcuni massi, n.222 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di grammi 75 circa. Nella tarda serata il giovane riuscito a dileguarsi veniva identificato in Nicola D’Agate, il quale, vanamente ricercato, è stato indagato in stato di irreperibilità per concorso nei medesimi reati. Il successivo giorno 8 marzo D’Agateè stato posto in stato di fermo di indiziato di delitto.
In data 8 marzo 2016, è stato tratto in arresto Marco Ricca ritenuto responsabile dei reati di detenzione illegale di arma da fuoco clandestina, munizionamento, ricettazione della medesima, nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana . Nel corso di una perquisizione eseguita in un fondo agricolo, con annesso fabbricato rurale, sito nel territorio di Adrano, contrada “Dagala ”, di proprietà del predetto Marco Ricca, sono stati rinvenuti e sequestrati n.1 pistola semiautomatica, marca Beretta, modello 35, calibro 7,65, con matricola abrasa, completa di caricatore rifornito di 7 cartucce, n.35 cartucce calibro 7,65 e grammi 6 circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana . Nel prosieguo dell’attività di p.g., all’interno del citato fabbricato, è stata rinvenuta attrezzatura varia, tra cui numerose lampade alogene, atta alla coltivazione in serra di piante di marijuana . La perquisizione, estesa al domicilio di Marco Ricca, ha consentito, inoltre, di rinvenire e sequestrare, altri 538 grammi circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana .
Nel corso delle indagini sono stati riscontrati i rapporti tra Francesco Palanna, Assistente Capo della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di P.S. di Adrano – al quale è stata applicata la misura della custodia in carcere per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti – con Salvatore Crimi, uomo di fiducia del boss Alfio Santangelo, dal quale si approvvigionava di stupefacenti.
In data 26 aprile 2016, ad esito di mirato servizio, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto Palanna per il reato di trasporto e detenzione di sostanza stupefacente. perché trovato in possesso di gr.9,2 di cocaina occultati all’interno di un cofanetto. Nei confronti di Francesco Palanna è stata adottata la sospensione cautelare dal servizio.
Nel corso delle perquisizioni eseguite a corollario dell’esecuzione della misura restrittiva, all’interno del vano contatore dell’Enel di pertinenza dell’abitazione di Nicolò Trovato è stata rinvenuta e sequestrata una c.d. “penna pistola” , pertanto l’uomo è stato indagato in stato di arresto per detenzione illegale di arma da fuoco.
Due destinatari della misura restrittiva sono irreperibili perché già all’estero.
Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso varie case circondariali siciliane.
Alla fase esecutiva hanno partecipato 200 unità della Polizia di Stato, tra cui equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale ed unità eliportata del Reparto Volo di Palermo, e le Squadre Mobili di Messina e Piacenza.