Intanto la Procura ha creato un indirizzo mail per avere aiuto nell’identificare le vittime del naufragio.
Venerdì 24 aprile davanti al Giudice per le indagini preliminari di Catania saranno sentiti cinque testimoni del naufragio della nave Gregoretti, nel corso dell’incidente probatorio.
Gli indagati, Mohammed Alì Malek e Mahmud Bikhit, che nelle prossime ore saranno interrogati dal p.m., sono difesi d’ufficio dall’avvocato Massimo Ferrante del Foro di Catania.
Dalle dichiarazioni testimoniali risulta che l’imbarcazione sarebbe partita da una località nei pressi di Tripoli nelle ore serali del 16 aprile; i migranti erano stati custoditi per periodi variabili, anche per 30 giorni, in una fattoria vicina al luogo di partenza e furono trasportati a gruppi di circa trenta, su furgoni, fino all’imbarco.
In un caso uno dei migranti sarebbe stato colpito con un bastone perché si era allontanato senza permesso per necessità fisiologiche.
Il costo del trasporto, secondo quanto sin qui accertato, è stato di 500-1000 dinari libici per persona.
Per ciò che riguarda le vittime non è emerso nulla che possa essere utile a determinare in maniera più precisa il numero dei morti. La Procura distrettuale della Repubblica ha quindi comunicato un indirizzo mail cui scrivere per aiutare a identificare le vittime del naufragio. I congiunti o i conoscenti di coloro che si misero in viaggio possono utilizzare l’indirizzo solo a loro dedicato naufragio.wreck.procura.catania@giustizia.it.
Non sarà data risposta a messaggi che non abbiano questa provenienza e questo scopo.