Docenti meridionali: in 25 mila bloccati al Nord Italia. Si attui il tempo pieno anche al Sud
La richiesta di Usb Scuola che denuncia “In tantissimi hanno preferito l’aspettativa non retribuita”.
Sarebbero oltre 25 mila, soprattutto donne, i docenti prima costretti alla scelta obbligata dell’assunzione al nord e poi immobilizzati lì dai contratti sulla mobilità firmati dai sindacati concertativi.
Questi i numeri su cui Usb Scuola, Comitati Nastrini liberi, Nonsisvuotailsud su mobilità ed Emigrazione e sfruttamento, in un comunicato congiunto, accusano il Governo, che pur ha ammesso la colpa di un algoritmo fallace, di non aver mai avviato un piano straordinario di mobilità e che anzi ha tergiversato sulle problematiche causate dalla Buona Scuola e non ha concretizzato misure urgenti e necessarie per riportare a casa i docenti lesi.
La soluzione passerebbe secondo i sindacati attraverso una “Trasformazione dell’Organico di Fatto in Organico di Diritto, nuovi corsi di specializzazione sul sostegno, in considerazione del fatto che molti docenti meridionali per anni hanno lavorato al nord su posti di sostegno senza titolo di specializzazione”.
L’urgenza sarebbe “L’attuazione del tempo pieno al Sud come al Nord, al fine di garantire tempo scuola per i bambini e nuovo organico per la mobilità dei docenti. Le misure sopra esposte – così come si legge nel comunicato -andrebbero a favore di tutti i docenti meridionali, anche dei precari inseriti in gae e nelle gm, in quanto ne permetterebbe la stabilizzazione definitiva. La Legge 107, con i decreti legislativi che ne sono seguiti, ha oppresso il comparto scuola, portandolo al collasso: le classi al sud restano affollate, gli insegnanti esiliati e i posti per i precari ridicoli”.
LE sigle sindacali affermano inoltre che “Tantissimi docenti hanno preferito la strada dell’aspettativa non retribuita, restando senza stipendio e senza servizio, anticamera delle dimissioni, che per molti è già una realtà. Quando a 1300 euro al mese ne sottrai 600 per l’affitto, 200 per il vitto, altre 500 per i viaggi, cosa resta? “.
“Lavorare al solo scopo di conservare il posto di lavoro: a questo sono costretti molti dei docenti assunti dalla “Buona Scuola”. Tutto questo si chiama sfruttamento. L’esperienza dei docenti assunti obbligatoriamente nelle fasi nazionali della L.107, così come obbligatoriamente mobilitati, è emblematica – della conclusione di un lungo processo che ha portato allo sgretolamento del ruolo professionale del docente – conclude il comunicato -che va denunciato costantemente come parte della mai risolta Questione Meridionale, raccontando il vero su questo subdolo e anomalo reclutamento che ha colpito una parte dei docenti e soprattutto delle docenti italiane”.