Secondo l’ex numero uno rossazzurro, da temere anche il Monza che ha fatto un grande girone di ritorno. Sull’amministratore delegato Pietro Lo Monaco: “Ha fatto la squadra convinto che potesse vincere. Poi la palla è rotonda”.
di Salvatore Giuffrida
Secondo l’ex portiere degli anni ’80 del Catania Roberto Sorrentino, intervistato da Catania Pubblica, le difficoltà espresse dalla squadra rossazzurra risalgono a questa estate, quando si è trovata nel dubbio del ripescaggio si – ripescaggio no. “La società, che ha un allenatore di esperienza e di categoria superiore – ha spiegato Sorrentino – è stata costretta ad operare nel mercato metà per la Serie B e metà per la Serie C, creando un organico competitivo, ma probabilmente con delle scelte per le due categorie. Questo alla fine ha portato delle difficoltà importanti anche a livello economico, di organizzazione e di programmazione. Infatti i giocatori di qualità più scendono di categoria maggiormente vanno in difficoltà. Questa è una squadra che poteva anche lottare in B che però si è trovata catapulta in C. Qui il Catania è come la Juventus, come l’Inter il Milan, che vanno su tutti i campi ed è sempre una guerra. Lo Monaco si è mosso. Ha fatto dei cambi, ha preso dei giocatori, nella speranza di migliorare la situazione. Però, sia noi allenatori, che i dirigenti in situazioni difficili non abbiamo la bacchetta magica. Ci vuole anche quella dose di fortuna e che tutto combaci nel migliore dei modi”.
Sull’intervento della Dea bendata, l’ex numero 1 rossazzuro Sorrentino, ha infatti ricordato che l’anno della promozione in A “all’inizio sembrava che quell’anno, visto che c’erano anche il Milan e la Lazio era un campionato impossibile da vincere. Nelle prime due partite in casa facemmo, infatti, due pareggi. Poi sappiamo come è andata a finire. A 4 giornate dal termine perdemmo all’Olimpico con un rigore di Giordano inesistente. Poi però abbiamo dimostrato che eravamo, non dico i più forti, ma sicuramente più freschi e fortunati. L’anno della A invece non è girato tutto bene. Con Ranieri infortunato, con lui Mastalli. Gli acquisti dei due stranieri li sbagliammo, uno perché era troppo giovane, mi riferisco a Luvanor, che non poteva reggere al centrocampo un campionato per mancanza di esperienza. Poi Pedrino, dobbiamo dire che noi avevamo una squadra che aveva giocato sempre a uomo o zona mista, invece lui sapeva giocare solo a zona. Noi come neo promossa non potevamo non difenderci, quindi serviva un giocatore con caratteristiche diverse. In attacco poi non c’era un bomber che arrivava a doppia cifra. Infine avevamo uno stadio che non era idoneo per ospitare il calcio di Serie A. Mi ricordo i commenti delle squadre che venivano da noi a disputare le partite che dicevano meglio andare a giocare sulla spiaggia che al Cibali. Alla fine pagò Di Marzio, che colpe ne aveva poche”.
Per questi playoff, Sorrentino vede come avversari principali del Catania “il Monza perché è diventata una società importante ed ha disputato un grande girone di ritorno”. Però ha aggiunto che “devo dire che quella che mi fa più paura è il Pisa”. “Ora arrivare terzi o quarti cambia poco ha continuato Sorrentino – .In 2 anni il Catania ha cambiato 3 allenatori, l’anno scorso qualche attaccante che aveva fatto un grande campionato quest’anno rende al di sotto della media. I campionati si sa che sono così, però i credo che con la freschezza, con la voglia a Catania nulla è impossibile”. Sugli ultimi arrivati Sarno e Di Piazza, Sorrentino ha detto che la loro condizione “non dico sia ottimale ma buona ed i due calciatori possono dare una grossa mano. Io sono convinto che i campionati ed i playoff, li vince la squadra che ha più freschezza fisica, più condizione e testa. Anche se il simbolo del Catania è l’elefante per vincere, come dicono a Napoli, ci vogliono gli occhi della tigre”. Sorrentino è certo che i “giocatori rossazzurri, scenderanno in campo con tanta voglia di vincere” perché “vincendo giocheranno in un campionato di categoria superiore. Come lo è stato per me quando ho vinto con il Catania due stagioni”.
Sulle polemiche che divampano in città contro la Società e l’Ad per la mancata promozione diretta e la successiva perdita del secondo posto, Roberto Sorrentino ha concluso spiegando che “Lo Monaco – conclude Sorrentino – conoscendo il personaggio, avrà fatto la squadra convinto che potesse vincere il campionato. Poi la palla è rotonda. Quindi io non darei la colpa all’Amministratore”.